Siamo quasi al rush finale di questa nostra straordinaria avventura iniziata tanto tempo fa... Non è ne un requiem, ne un addio, ma semplicemente una riflessione su quello che ha rappresentato il teatro e i suoi annessi in questi ultimi tre anni e mezzo della mia vita.
Ieri sera sono andato a trovare il mio amico, nonchè un ottimo tecnico del suono, Marco Pulidori, che stava lavorando per un rappresentazione teatrale, e la sera prima avevo cenato con Gabriele Termine, in ritorno dalla sua fortunata tournee con Paganini, e mi sono fermato a riflettere... Parlare con loro che sono si amici, ma anche professionisti del settore, sveglia sempre in me la voglia di conoscenza del quale non sono mai sazio. Non perchè un domani possa sostituirmi a loro, ma perchè la conoscenza di nuove tecnologie e di nuovi sistemi porta a far crescere le nostre idee, le mie idee, sempre pronte alla partenza per un folle viaggio... Da qui, forse, parte la connessione con "L'elogio della follia", di cui un noto editore lo pubblicò nel 1990 con una interessante prefazione:
«Ad affascinarmi dell’opera di Erasmo fu in particolare la tesi centrale della follia come forza vitale creatrice: l’innovatore è tanto più originale quanto più la sua ispirazione scaturisce dalle profondità dell’irrazionale. L’intuizione rivoluzionaria viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda. È solo in un secondo tempo che si afferma, viene riconosciuta, poi accettata, e talvolta persino propugnata da chi prima l’avversava. La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria “pazzia”»[...]«Tutti noi abbiamo certo riscontrato più volte la profonda verità di questa tesi. E nella mia vita [...] sono stati proprio i progetti a cui più istintivamente mi sono appassionato contro l’opinione di tanti, anche amici cari, i progetti per i quali ho voluto dar retta al cuore più che alla fredda ragione, quelli che hanno poi avuto i maggiori e più decisivi successi»[...].
Una bellissima prefazione che racchiude il mio pensiero in tutta la sua totalità, e forse anche la spiegazione ai miei momenti di grande esaltazione del fare, a quelli della più totale depressione... Chi leggerà queste poche righe, poche come quelli che le leggeranno, forse capirà il mio pensiero, che già avevo espresso in un post precedente, ma che ora rafforzo prima della chiusura di questa bellissima esperienza che ho fatto con tutti voi. Ricordo ancora quel lontano novembre 2004, ricordo ancora tutta la parte tecnica fatta di lampade tradizionali, mixer analogici, microfoni-speriamo-che-funzionino... Ricordo Maggio 2007, Saschall di Firenze, 1300 persone, mixer digitale, fari a led, computer di controllo, supermicrofoni, il mio sguardo sulla scena, e la famosa lacrima sul viso di vera soddisfazione... Sicuramente piangerò anche l'8 Maggio, e forse saranno anche le ultime lacrime... Chissà... "...non è per vanità, quel che valgo lo so..."