domenica 25 luglio 2010

Aria fresca ma non troppo

Dopo le rappresentazioni televisive andate in onda in Rai, il cast di Aria Fresca si è spostato nella piazza e più precisamente nella notte fiorentina di In Fortezza. Noi non potevamo non mancare in quanto nel cast c'è il nostro caro amico Niki Giustini che abbiamo avuto modo di conoscere nel nostro recente show. La cornice di In Fortezza non è delle migliori in quanto eredita un po' lo schema già visto nella Festa dell'Unità, dove si preferiscono palchi più spartani all'uopo di installazioni meglio curate. A condurre Gaetano Gennai già autore dei testi insieme a Carlo Conti della versione televisiva. Devo dire che a dispetto del nome e dei fasti visti alla Capannina in Versilia purtroppo Aria Fresca ha perso tutto ciò che aveva di fresco all'epoca ad iniziare da un brutto Alessandro Paci prigioniero di quel personaggio già visto in Pinocchio e Ohi ohi che crisi, volgare, scontato ed anche cattivo col pubblico astante con infelici battute su gay e portatori di handicapp. Tre le sue finestre nello show e tre sono stati i momenti di assoluta noia per l'ex seccurity delle notti viareggine e francamente alla luce di ciò spero che Conti ne tenga conto, anche perchè il panorama artistico offre di più. Abbiamo rivisto Graziano Salvadori un po impacciato all'inizio col suo personaggio di Achille, un po' troppo legnoso nella battuta che non ha saputo svegliare il pubblico, con uno sketch incolore. Anche i fratelli Atto non avevano più lo smalto dei tempi passati, dove Giustini si è limitato a fare da spalla ad un troppo urlante Salvadori che aveva preso di mira un inutile Gennai rimasto sul palco li con loro. Bellino all'inizio del suo numero il mago silente in kilt, già visto in tv, con numeri di magia surreali ma nel proseguo della serata annichilito dal trend piuttosto negativo dello spettacolo. Niki Giustini apre con le sue imitazioni, brevi e rapide, con battute che strappano l'applauso più per la bravura che per la comicità, comunque sempre strabiliante nei cavalli di battaglia Montesano, Verdone, Banfi e il clone Boldi. Salvadori torna a fare quello che sa fare con un bel monologo che parla del difficile rapporto padre-neonato-moglie, veramente ben condito in tutte le sue sfumature che fotografano la realtà di quei momenti difficili e quanto mai veri. Quello è il Graziano che ricordavo, frizzante, incisivo anche nella recitazione, e forse mal sfruttato dagli autori stessi che hanno preferito le banalità di Paci stroncato anche dai pochi applausi ricevuti. Le risate più vere e spontanee insieme a Salvadori, le ha riscosse Giustini nel suo monologo della macchina Prinz semplice ma efficace con la trovata di simulare il rumore dell'auto mescolandolo alla prosa raccontando una normale domenica di una famiglia al mare. Gaetano Gennai filo conduttore di questa accozzaglia di artisti, sembrava preso e messo li, della serie ci devo essere per contratto, non credendoci troppo neanche lui di un prodotto voluto rispolverare a tutti costi offrendolo ad una televisione in stato comatoso da diverso tempo. Anche il pubblico fiorentino sembra averlo capito ed è stato molto avido nell'applaudire una comicità a tratti volgare e già vista, con persone che hanno lasciato la piazza già alla metà dello spettacolo, peraltro scarso anche nell'allestimento luci. Della vecchia Aria Fresca è rimasto solo il logo in bianco e nero appeso sul fondale di un palcoscenico, e non sarà facile riportarlo ai fasti di un tempo.