lunedì 28 luglio 2008

Il cavaliere oscuro


Su questo blog non abbiamo mai parlato di Hollywood. Voi direte: "checce frega...", in effetti perchè ce ne dovrebbe fregare qualcosa... Credo però che lo star system offra spunti interessanti sulla vita di tutti i giorni, la nostra vita di artisti, su quello che siamo, e come lo facciamo.

Ieri sono andato a vedere l'ultimo Batman (Il cavaliere oscuro), vuoi perchè sono un fan dei fumetti, vuoi perchè il nuovo corso aperto con Batman Begins è molto più psicologico, vuoi per vedere l'ultima grande interpretazione di Heath Ledger. Forse molti di voi lo conoscevano marginalmente, io lo ricordo in un film commedia "Il destino di un Cavaliere" (A Knight's tale), un biondino australiano con la faccia angelica, protagonista anche di altre pellicole di successo (Brokeback Mountain, Casanova, Io non sono qui).

Heath è morto il 22 Gennaio 2008 proprio quando aveva ultimato le riprese del film. All'inizio si pensava ad un overdose di droga, in realtà, accertato successivamente, l'overdose c'è si stata, ma di psicofarmaci e medicine, prescrittegli come cura per un forte stato depressivo e di insonnia, e per una forte bronchite.

Tempo fa, ebbi occasione di conoscere uno scenografo degli MGM Studios, il quale mi raccontava di quanto sono strani gli attori. Molti di loro, vere e proprie icone per generazioni, spenti i riflettori e telecamere, si trasformano in individui normalissimi, anzi alcuni sono proprio strani, come ebbe a narrarmi a proposito di Robert De Niro, il quale, anche a farci un discorso, non gli pareva del tutto centrato... Forse è questo il segreto di un attore di talento, l'essere strano nella vita ti da la facolta di entrare in innumerevoli personaggi dal buono al cattivo, anche se non lo sei. Heath nella sua ultima interpretazione, il Joker, è magistrale, ed impersonifica il male che a confronto il grande Jack Nicolson (nel solito ruolo) è un principiante. Il pensiero poi di vedere un film con un ragazzo di 28 anni che non c'è più, rende ancora più bello e triste quel lontano mondo che noi non conosciamo. Il film ruota intorno alla figura del Joker, volutamente lasciato sciatto, con un trucco colante per rendere ancora più terrificante la sua figura. Magistrali, come sempre, gli altri tra cui un Gary Oldman nel ruolo del commissario Gordon, Michael Caine nel maggiordomo, Aaron Eckhart il procuratore e Morgan Freeman in una parte minore ma sempre di effetto e azzeccata. Ma è Heath Ledger il vero trade union, la sua angosciante figura, la sua utlima interpretazione che fanno del film, 2H32min di pellicola, un susseguirsi di emozioni che fanno scorrere il tempo in maniera incisiva. Ed è negli occhi del cattivo, nella sua espressione, che leggo i miei dubbi su cosa in realta possa essere la vita. Un uomo che da un interpretazione del male in maniera sublime è stato portato via dal male stesso? Poteva un uomo "buono" fare la solita parte? Oppure il talento, quella cosa che noi artisti pensiamo di avere, ma solo pochi in realtà hanno, nasce solo dal genio e dalla sregolatezza? C'è una scena in cui Joker fa irruzzione nell'attico di Bruce Wayne/Batman e prende in ostaggio la protagonista femminile (Maggie Gillenhaal), ed è impressionante come l'attrice sia ipnotizzata dall'assolo di Heath, quasi che la scena fosse reale. Lo stesso Michael Caine, che ha visto per la prima volta sul set Heat proprio in quella scena, ha descritto come "impressionante" la sua figura, provocandogli un "grosso spavento".

Guardando la sua foto adesso provo rabbia, come padre, come artista che non sono, come 42enne, come amante del talento che non ho mai posseduto, ma tanta sarebbe stata la voglia di averlo... Forse è per questo che molti sono qui, nel loro tran tran quotidiano, casa, lavoro, famiglia, poi c'è chi eccelle in qualche tipo di arte o studio, chi tenta di darsi un tono, ma non saranno mai come i veri talenti, in ogni campo, medicina, sport, arte, persone che vivono in un mondo a noi sconosciuto, e per loro quel mondo non ha tempo, perchè è nel tempo che loro vivranno anche se hanno vissuto una vita breve... Heath preferisco ricordarmelo nel cavaliere William, forse perchè narra la storia di un ragazzo semplice diventato Cavaliere, ma come non ricordarlo in quella figura angosciante di Joker che in fondo rappresenta il male sempre più presente nella nostra società? Ciao Heath,... ci mancherai, come tutti quelli che hanno brillato di una luce splendente, peccato in un tempo breve....

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