mercoledì 20 febbraio 2008

Firenze città triste

Pubblico una poesia del nostro Marcello Fusi, già apparsa sul mensile "Giullari", rivista che ci ha ospitato grazie al suo caporedattore Bashkim Ibrahimi. Ho voluto così intitolare il post, perche la poesia di Marcello pare scritta in un epoca di cui si è perso memoria, e parla di una città che non c'è più. La puoi trovare sulle cartine, segnata sul GPS, perfino nei cartelli stradali, ma la Firenze di cui narra la storia del mondo è stata distrutta dagli uomini e dalla loro superbia. A tal proposito vi consiglio questo link http://max-selvaoscura.blogspot.com/2008/02/che-tristezza-la-mia-vecchia-firenze.html sempre di Marcello, che forse ci farà riflettere chi eravamo e dove andremo. Grazie Marcello!

FIRENZE
Là, sotto la Loggia d'Orcagna
ti mormorai le mie prime acerbe parole d'amore
e sotto quei bronzi immortali
ti giurai... non ricordo che cosa.
Ora più curvo e imbiancato
guardo la loggia fra cento, mille nasi all'insù
ma non ti vedo,
non vedo lontano
forse sei fuggita coi miei sogni più belli
Qui restan quei bronzi sornioni
che ne han sentite di voci portate dal vento
e dicon forse al Biancone distratto
"ma che vuol questa folla straniera?"
Quanto era meglio quel tempo lontano
quando a sera il vento,
giocando nella piazza deserta,
raccontava alle statue severe
le storie di sempre,
della Firenze di un tempo.
Narrava dei figli di Beppe e della moglie d'Agnello
delle comari di via dell'Ariento
e portava l'eco della cantilena lontana
dei bimbi sull'Arno "Ona, ona, la più bella rificolona... "

1 commento:

Anonimo ha detto...

Marcello, bellissima.... Ci fai ricordare come era la nostra Firenze,Grazie.