lunedì 25 febbraio 2008

Talent Show


Volevo iniziare con un titolo diverso, ma questo è quello che mi è venuto meglio... Premetto che non guardo mai la TV, soprattutto la spazzatura italiana, fiction, reality, film, perchè li ritengo di scarsa fattura. Certo non è tutto da buttare, però il basso livello raggiunto fa si che la mia televisione sia accesa per qualche bel documentario, vecchi cartoni, bei film... Recentemente, forse intorpidito dal sole che ho preso, ho visto in parte Amici di Maria De Filippi, anche per vedere Mauro detto Platinette, sempre ottimo in ogni commento. Tra una lite e l'altra e un discreto volo con atterraggio duro da parte di uno dei ballerini (Gianni Sperti), non più in età per fare un salto mortale, è venuto fuori un argomento a me caro sulla professionalità delle persone "famose" che calcano i teatri e le televisioni italiane. Come ho sempre asserito, e la mia lunga esperienza di provini me lo ha insegnato, in italia non si va avanti per bravura, ma solo per raccomandazioni, amicizie, poppe e sedere. Rari sono i casi di talento puro, e le nostre produzioni, musicali, teatrali, televisive lo dimostrano ampiamente. Certo l'ultima notte degli oscar ha sancito ancora il genio italiano, ma questo riguarda le persone che sono andate a lavorare oltreoceano, lontane dal clientelismo nostrano, e sopratutto libere di scegliere. L'altra sera da Amici venne fuori questo discorso, sulla scarsa qualità dei 10 ragazzi isterici che si esibiscono, e sul fatto ancora più importante, è che ai provini, non importa che tu sia veramente bravo, basta tu abbia un nome altisonante o sia fortemente raccomandato. Lo dimostra Michelle Hunziker, che a me piace molto per la sua simpatia e bellezza, ma nei musical canta in playback. Nello spettacolo di amici "Ad un passo dal sogno", in teatro, il tossico Calissano non si ricorda neanche le battute; Luca Giurato la mattina su Rai Uno è una forma di diseducazione per chi guarda la TV. Programmi che aprono e chiudono come "La sai l'ultima" vittime di loro stessi, con l'uso di personaggi consunti come Max cipollino Boldi, evitando di proporre quel ricambio generazionale che sicuramente abbiamo, .... insomma potrei andare avanti all'infinito. Oggi l'arte si è trasformata in lite, e la corsa ad essere più belli e non più bravi, sta ammazzando quello che eravamo 20, 30 anni fa. Siamo ancora a proporre "Abbronzatissima" con tutto il rispetto per Vianello, apriamo il Festival di Sanremo con una gag lunga fino allo sfinimento, sorretta da un fiume di parole di Chiambretti, facciamo film sempre con le solite facce, i soliti tempi. Anche a teatro non siamo messi meglio. A parte il "Notre Dame di Paris" che ha un pò risvegliato la voglia di musical, gli altri che hanno fatto? Tutti ci hanno sbattuto la testa, anche il solito Cocciante, che si è distaccato dalla collaborazione con il francese. Risultato? In Francia il loro Romeo & Giuletta va alla grande, da noi sembra una brutta copia del Notre Dame. Anche Grease ha perso smalto con l'uscita dell'ottima coppia Cuccarini-Ingrassia per far posto al litigioso vincitore e non bravo di Amici dell'anno passato. Eppure al Teatro Verdi di Firenze, come in altri teatri italiani, lo spettacolo "Ad un passo dal sogno" ha fatto registrare il tutto esaurito, con scene di isterismo collettivo anche da parte dei non giovani. Quindi non mi resta che concludere che noi siamo quello che guardiamo, e che agli artisti di strada come me, non rimane che un posto in un teatrino di periferia, con quattro tavoli in croce e qualche spettatore....

1 commento:

babi ha detto...

Non puoi farci nulla se il teatro e la televisione o il cinema va avanti a forza di raccomandati più o meno in carne...è la dura legge dello spettacolo e anche 20,30 anni fa non era meglio....le starlette c'erano anche allora e si facevano avanti solo mostrando le loro grazie ai vari produttori.
Forse erano anche brave/i nel loro piccolo, ma saranno sempre ricordati come icone del sex simbol dello spettacolo italiano, più che per le loro capacità.
Amici sinceramente non lo guardo già da un pò di tempo, vuoi xchè ho tante altre cose a cui pensare, soprattutto perchè non è più quel programma basato sui talenti emergenti di ragazzi alla loro prima apparizione. Ti faccio un esempio: il ballerino Francesco di quest'anno faceva parte della compagnia di danza di Stoccarda, e ha lasciato la compagnia per "mettersi alla prova" come dice lui. Secondo me è solo voglia di avere un posto in televisione, e non di dimostrare di poter essere bravo anche in altri campi che non siano il teatro e la danza.
Quello che ho imparato da chi mi ha insegnato la danza è che il palco va calcato con umiltà e soprattutto si muovono i primi passi divertendosi, perchè è questo che il pubblico, quello vero, quello che tace, ascolta, osserva, vuol vedere....non le litigate su chi è più professionale o meno, sul collo del piede o dell'estensione della voce.
A questo punto meglio un teatro di periferia, un'esibizione fatta con il cuore per il pubblico che ringrazierà con l'unica sua arma: gli applausi!!!